I vini spumanti
I vini spumanti sono caratterizzati dalla produzione di spuma causata dallo sviluppo di anidride carbonica ( CO2 ) nel momento dell’apertura del recipiente contenente il vino, avente una pressione superiore a 3,5 atmosfere (il vino frizzante deve avere una pressione che va da 1 a 2,5 atmosfere) e una gradazione complessiva superiore a 11°.
Tralasciamo gli spumanti artificiali dove l’anidride carbonica viene aggiunta al vino tramite bombola di CO2.
Gli spumanti naturali con la loro spuma prodotta naturalmente dai lieviti si suddividono, a seconda del metodo di spumantizzazione adottato, in:
– prodotti con il metodo classico (champenois in Francia), con rifermentazione in bottiglia;
– prodotti con il metodo Charmat, dei grandi recipienti;
– prodotti con il metodo Marone-Cinzano, una via di mezzo tra i due precedenti.
Per avere uno spumante buono bisogna, prima di tutto, saper lavorare bene e poi partire da un buon vino base.
Le cure per il vino base iniziano dal vigneto: indispensabile è una buona esposizione, avere grappoli sani e una produzione non forzata con rese troppo alte.
Si anticipa la vendemmia di una decina di giorni per avere acidità, colore e profumi migliori.
Le uve portate in cantina nel minor tempo possibile e in quantità tali da non far rompere gli acini (per evitare fermentazioni indesiderate), sono soggette ad una soffice spremitura con produzione del “mosto fiore” che viene messo a decantare per 18-24 ore.
Quindi viene travasato e lasciato fermentare ad una temperatura inferiore a 20 °C.
Si procede poi, come gli altri vini, a travasi, eventuali chiarificazioni e filtrazioni, e analisi di controllo.
Quando il vino base è pronto si procede alla spumantizzazione con il metodo prescelto.